Scuba gioca con la house, appoggia le cuffie sul tavolo della nu disco, scrive un’ora di tamarrate e se ne compiace. Il mondo della produzione musicale si evolve più velocemente della sensazione di sconforto quando ricevi un calcio nelle palle, stare dietro a tutte le menate dub, dnb, disco, gay, uzzauto e boh è sempre più un’impresa: Scuba non si pone il problema, tutto sommato Personality è molto conservatore, sia dal punto di vista strutturale (non che si possano fare delle gran varianti, scrivendo house), sia nella scelta dei suoni; attenzione, non per questo è un brutto disco. Senza dubbio non è privo di personalità, o almeno, è coerente con i precedenti lavori, si apre in modo discretamente aggressivo con Ignition Key, traccia che costituisce una falsa partenza: suoni freddi in seguito sì, suoni lontani, cassa in quarti, tastiere e July che sembra una traccia acid house. Gekko è formalmente la più riuscita e contemporaneamente la più cupa, anche se ecco, non se ne può più di ascoltare il Vynyl Distortion Plugin di Ableton su qualsiasi cosa, anche se camuffato bene. Prosegue senza colpi di scena, mantenendo una buona qualità ma il problema è uno: se decidi di fare un disco di cinquantasette minuti non puoi limitarti a “mantenere gli standard”. Disco senza infamia e senza lode.

NB: La più divertente è Ne1butu con le tastierine alla Chris Martin… nonostante il nero che in mezzo continua a ripetere “Understand Point”. Boh.